Inserito il 28/04/2025
"Benedetto è il frutto" è una raccolta di cinque storie di Rachel Ingalls, autrice americana ed inglese d'adozione, poco conosciuta ma molto apprezzata da una cerchia di lettori fedeli. L'opera pubblicata da Adelphi è un esempio perfetto del suo stile: asciutto, surreale e profondamente inquietante.
Nella prima storia, che dà il nome al libro, un giovane monaco scopre di essere in stato interessante dopo un incontro amoroso con l’Arcangelo Gabriele. Con l’avanzare della gravidanza, acquisisce fattezze femminili, fino a divenire una donna a tutti gli effetti dovendo quindi confrontarsi con gli altri membri del monastero, turbati da questo cambiamento improvviso e radicale.
Nel racconto "In flagrante", che sembra ricordare un episodio di Black Mirror, una marito, per colmare alcuni bisogni sessuali, crea una bambola robotica dalle perfette sembianze umane. La moglie, quando scopre l'invenzione del marito, pretende di avere anche lei un partner roborico salvo rendersi conto, dopo averlo ottenuto, che il «bambolo» «è interessante sì e no come un vibratore».
Protagonisti di "Amici in campagna" è una coppia che, invitata da amici in una villa di campagna sperduta nella nebbia, dovrà confrontarsi incappando in ospiti alquanto dubbi e districarsi tra tetri accadimenti.
"Cartoline da mandare a casa" è la storia del viaggio di nozze di John e Amy in preda a una subdola mania che suscita domande sempre più angoscianti sul suo stato mentale.
In "Furto", un padre di famiglia, in un climax crescente e surreale viene condannato per aver rubato un tozzo di pane.
Tutti e cinque i racconti hanno come prologo delle situazioni comuni ma non ben definite e questo permette al lettore di poter immedesimarsi nella storia. Proprio quando sembra di aver ben chiari i contorni della vicenda, la straordinaria abilità narrativa della Ingalls riesce a virare dando contorni grotteschi e inquietanti mescolando l'assurdo ed il tragico come in "Furto". Qui l'autrice ha toccato temi come religione, giustizia, politica riuscendo nel finale, a ridurre il divino nella dimensione umana. Grazie ad un ritmo serrato la scrittura precisa e ogni dettaglio sembra carico di un significato nascosto. Nonostante la brevità del testo, l'impatto emotivo è duraturo e lascia il lettore con una sensazione di sottile inquietudine anche dopo aver terminato l'ultima pagina.
Nelle prime due storie "Benedetto il frutto" punta l'accento, con delle potenti metafore, sulla condizione femminile e dei ruoli imposti, ma è anche una storia profondamente umana sulla solitudine e il desiderio di essere accettati.
In conclusione, "Benedetto il frutto" è una piccola gemma della letteratura contemporanea: un libro che sfida le etichette di genere e che si presta a molteplici interpretazioni. Imperdibile per chi ama la narrativa che scuote e sorprende.
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Francesco Paris
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